Quello che sto per descrivere è uno dei viaggi più belli che abbiamo avuto la fortuna di fare! Cerco di consigliare sempre a tutti una visita a Creta: sbarcare sull'isola culla della mitica civiltà minoica per me è stato come scendere in una fantastica immersione tra i mari della storia. Per un breve lasso di tempo, durata del soggiorno sull'isola, sembra in effetti di essere lontano da tutto e da tutti, separato dal tempo e dalle abitudini moderne, in una dimensione a sé stante che conserva ancora vividi i tratti di una civiltà antica ma innovativa oggi non meno di ieri. Tutto a Creta, insomma, racconta di tempi antichi, un firmamento di frammenti vivi di storia calati in un paesaggio naturale incontaminato che ne conserva delicatamente le sembianze senza stravolgerne le caratteristiche. Questo fa di Creta un luogo straordinario assolutamente da visitare.
In assoluto il modo migliore per attraversare l'isola di Creta è a bordo di un'automobile: le strade sono a tratti impegnative, ma nulla di impossibile. I mezzi di trasporto pubblici, d'altronde, sono pressoché inesistenti. E percorrendone in autonomia i territori riuscirete a gustare al meglio la loro bellezza e peculiarità. Abbiamo cominciato il nostro itinerario da Heraklion, il capoluogo dell'isola. In realtà non una vera metropoli, ma una piacevole cittadina nella quale trascorrere qualche giorno in attesa di ambientarsi. Il centro urbano è costituito da Plateia Venizelou, Piazza dei Veneziani, crocevia di tutta la vita cittadina secondo la più antica tradizione delle agorà greche, nonché cuore pulsante della movida al calare del Sole. Al suo centro sta la Krini Morozini, la Fontana Morosini, piccola fonte d'acqua marmorea, decorata con figure leonine lungo i fianchi e che prende il proprio nome dal governatore veneziano contemporaneo dell'epoca della sua costruzione (XVII secolo). In effetti, a Creta tutto parla del dominio della Serenissima che si protrasse per 400 anni dal 1204 al 1669. Di questo periodo di occupazione Creta giovò in termini di opere urbanistiche ed infrastrutturali, oltre che economici e commerciali. Della presenza veneziana, oltre al secondo nome con la quale è conosciuta ancora oggi Heraklion, cioè Candia, rimangono oggi ben visibili gli stili architettonici e artistici nei palazzi e nelle vie del centro storico. E accanto alla Fontana Morosini è infatti possibile trovare una serie di edifici storici ed inconfondibili tra i quali la Enetikì Lotzia, la Loggia Veneziana, un tempo armeria, oggi sede del municipio.

A poca distanza, nella raccolta
Plateia Agiou Titou, a sancire l'unione del sacro e del profano, si trova la
Ieros Kathedrikos Naos Agiou Titou, una piccola chiesetta ortodossa nascosta in un angolo di una deliziosa rientranza lungo la piazza: un posto ideale dove fermarsi la sera a godere un po' di riposo lontano dalla folla che riempie le strade limitrofe.
Basta allontanarsi poco da
Heraklion per trovare altri luoghi densi di storia e di bellezza. Tra tutti spiccano sicuramente le rovine dell'antica
Cnosso, capitale del Regno Minoico, sede del palazzo del re Minosse, nonchè luogo in cui sorgeva il mitico labirinto del Minotauro.

Alcune delle costruzioni del palazzo sono ancora visibili e conservate, e con un po' di immaginazione è possibile completarne la figura e vedere davanti ai propri occhi ergersi in tutto il suo splendore l'imponente residenza del sovrano. Impressionanti anche alcuni dipinti murali originali che rivelano colori vividi e contribuiscono ad alimentare la fantasia del visitatore. Il più famoso di questi è forse la scena ritraente la celebrazione della Tauromachia: questa altri non era che un gioco effettuato dai giovani maschi dell'isola i quali spronavano un toro a caricare saltandolo poi con pericolose capriole nel momento in cui questi si apprestava a sferrare loro la cornata. In generale quello relativo ai tori era un vero e proprio culto sull'isola, tradotto successivamente ai posteri nella leggenda del temibile Minotauro, essere mezzo uomo e mezzo toro dalla ferocia inaudita, e della sfida a lui lanciata dall'eroe Teseo per salvare la bella Arianna. Il mito narra di come Minosse pregò il dio Poseidone di inviargli un toro sacrificale come segno del gradimento degli dei verso il suo regno. Poseidone acconsentì ed inviò al sovrano un bellissimo toro bianco. Affascinato dall'animale Minosse sacrificò un altro toro agli dei nascondendo per sè il meraviglioso esemplare di toro bianco. Accortosi dell'inganno, Poseidone gettò una maledizione su Minosse, facendo perdutamente innamorare la sua sposa Pasifae della bestia. Ella si nascose dentro una giovenca di legno, fatta costruire dallo stesso Minosse, per soddisfare il proprio desiderio carnale. Da questa unione nacque il Minotauro e questa fu l'origine del culto taurino a
Cnosso.
Un solo consiglio: non visitate il sito nelle ore più calde; le aree di ombra sono poche ed in estate l'afa è molto intensa. Giusto il tempo di riprenderci dalla fatica e dal calore, e subito ci dirigiamo verso la prima spiaggia:
Plakias.

Questa sottile lingua di sabbia dorata appare tranquilla e poco affollata, con un mare gradevole ed un bellissimo paesaggio su un lato dove si alzano bassi rilievi rocciosi. Un unico inconveniente: è una spiaggia frequentata anche da nudisti, quindi mettete già in conto prima di andarci che insieme al paesaggio potreste notare anche qualcosa di più o meno piacevole.
Seconda tappa dell'itinerario è la città di Rethymno, più modesta e meno affollata di Heraklion ma in grado di fornire attrattive altrettanto interessanti e curiose. Noi per esempio abbiamo trascorso una magnifica serata visitando la sua Fortezza Veneziana (anche questa eredità del dominio italiano), la Enetikò Kastro Fortetza, aperta per l'occasione in serale per ospitare un concerto all'aperto di musica tradizionale greca ad ingresso gratuito. Ci siamo divertiti molto e ne abbiamo approfittato per calarci un po' di più nella parte più allegra e spensierata della cultura ellenica, tra il suono allegro dei bouzouki (il classico mandolino greco) e danze tipiche della tradizione. Per il resto, noi abbiamo scelto di risiedere, durante il nostro soggiorno, nella zona della Ekklisia Tessaron Martiron, la Chiesa dei Quattro Martiri: nulla di trascendentale ma posto onesto e tranquillo. A differenza della città un po' spenta e non particolarmente bella, invece, le spiagge ed i tratti di mare vicino a Rethymno sono davvero meravigliosi. Una delle più famose è Falassarna, spiaggia che si raggiunge dopo una lunga discesa in auto su una strada tortuosa, un breve tratto a piedi su sentiero sterrato, ed in ultimo percorrendo una scalinata di legno montata lungo una parete rocciosa.

Questo luogo appare selvaggio e puro: offre un bellissimo litorale di sabbia ed un mare trasparente e cristallino con alcuni scogli molto vicini alla battigia a poca distanza dalla riva. Non è frequentatissimo anche perchè un po' lontano dai centri urbani, ma vale sicuramente la pena di essere visitato. Nessuno stabilimento balneare, ma è possibile acquistare per pochi Euro un ombrellone per la giornata da noleggiatori ambulanti. Pulizia ottima. C'è anche una piccola area ristoro sul costone di roccia prima della discesa. Ci siamo fermati a
Falassarna fino al tramonto e devo ammettere che la spiaggia, a quell'ora, è davvero gradevole e pacifica: consiglio vivamente di attendere il calare del Sole per godere di un'atmosfera veramente pittoresca e rilassante. Lungo la strada del ritorno, peraltro, vi consiglio anche di non perdere il
Monì Chrysoskalitissis, un piccolo monastero ortodosso posto a strapiombo sul mare in cima ad un'alta scogliera, il quale custodisce peraltro un'antica leggenda: si narra che uno degli scalini che conducono al tempio nasconda un nucleo completamente d'oro, ma che solo l'animo onesto e puro abbia la facoltà di riconoscerlo. Beh, io non l'ho proprio visto! Ad ogni modo il sito regala un'occasione per godere di una vista meravigliosa con le onde del mare che si infrangono sulle rocce sotto il monastero, oltre a consentire di assistere ad una breve funzione del rito ortodosso tra i monaci del posto.

Da
Rethymno, poche ore di auto ci trasportano nella più pittoresca cittadina di
Chania, dove soggiorniamo nella vivace zona del
Paliò Enetikò Limani, l'
Antico Porto Veneziano, dal quale, in una serata tiepida e dopo una succulenta cena a base di pesce, osserviamo il profilo della
Gialì Tzamì, la
Moschea dei Giannizzeri (costruita dai turchi dopo la fine della dominazione italiana) e le strette vie della
Città Vecchia: camminare lungo queste strade effettivamente ricorda (ma molto alla lontana, intendiamoci) di stare proprio a
Venezia. A fine serata, una panchina a ridosso del molo sul porto, in mezzo alle luci ed alle voci delle persone che affollano il quartiere, ci offre un momento di riposo per ammirare il
Mar Mediterraneo scuro e la luce intermittente del faro in lontananza. La sensazione è più o meno quella di far parte di un bellissimo dipinto.
Il giorno successivo ci attende la spiaggia di
Elafonissi.

Questa è a mio parere una delle spiagge più belle che siamo riusciti a visitare a
Creta. Il mare qui appare azzurro e limpido, uno dei più belli di tutta l'isola. Ma sulla battigia numerosi sono gli stabilimenti balneari che offrono ombrelloni e sdraio, a mio parere rovinando un po' tutto il luogo nel suo complesso. La strada per raggiungere
Elafonissi non è peraltro semplicissima: occorre fare molta attenzione per percorrere gli stretti tornanti che costeggiano e valicano il fianco di una montagna. Ad un certo punto si incontra addirittura un semaforo in mezzo al nulla a disciplinare il passaggio alternato attraverso una strettissima galleria. Il paesaggio comunque è spettacolare: ad ogni momento il fianco altissimo della montagna sembra caderci sulla testa. Poi, tornando verso il basso, a valle, improvvisamente ci si ritrova in una gola rocciosa circondata da pareti altissime attraverso le quali passa la strada. Noi, increduli, ci siamo fermati ad ammirare lo spettacolo e devo dire che raramente mi ero sentito così piccolo nei confronti della Natura. Una sorpresa davvero inaspettata e fuori programma, ma sicuramente una sensazione che non potrò dimenticare mai! La fatica vale comunque la pena per ritrovarsi in uno degli spettacoli più caratteristici di
Creta...anche se non il meno frequentato:
Elafonissi, nonostante tutto, non delude mai.
La meta più bella di tutto il viaggio nell'isola comunque, secondo quello che è il mio modesto parere, non è né una città né una spiaggia. Abbiamo organizzato nei minimi particolari prima della partenza l'escursione alle Gole di Samaria, cosa che consiglio a tutti coloro che intendano avventurarsi in questa meraviglia naturalistica.

Sono le seconde gole montuose più lunghe d'Europa dopo le
Gole del Verdon in Francia. Il percorso per intero conta ben 16km, tutti, o quasi, da fare a piedi. La partenza in autobus dalla stazione bus di
Chania, di buon mattino, vi condurrà al villaggio di
Omalos, nei pressi del passo di montagna
Xyloskalo, sui
Lefka Ori, le
Montagne Bianche. Da qui potrete accedere alle gole (costo del biglietto 5€ circa). Munitevi di calzature comode da trekking (obbligatorie se non vorrete farvi male o abbandonare il percorso dopo poche centinaia di metri), di un copricapo, di una buona scorta di acqua (esistono delle fonti lungo il percorso ma non così frequenti), e di un pranzo al sacco. Consiglio di portare anche un cambio di calzini visto che alcuni passaggi possono essere umidi. L'escursione non è impossibile ma abbastanza impegnativa: vivamente raccomandata quindi una discreta forma fisica ed un buono stato di salute. Il percorso si snoda dapprima scendendo il versante montuoso, quindi raggiungendo la valle sul letto del fiume in secca, infine proseguendo lungo il greto (con un lungo tratto completamente esposto al Sole) e raggiungendo infine attraverso un piccolo boschetto l'uscita del parco. Qui un autobus a partenze frequenti (compreso nel prezzo del biglietto d'accesso) vi condurrà nel villaggio costiero di
Agia Roumeli risparmiandovi gli ultimi 2km di cammino. All'ingresso ricordate tassativamente di non gettare il biglietto d'entrata che vi verrà consegnato e di conservarlo attentamente: dovrete ripresentarlo all'uscita. In questo modo i custodi evitano di dimenticare persone dentro il parco alla chiusura del sito dopo il tramonto. Da
Agia Roumeli, piccolo borgo di villeggiatura sul mare, partirà il traghetto che vi riporterà all'area di sosta degli autobus con una sola fermata intermedia a
Chora Sfakion (bellissima la vista di questo villaggio di pescatori dal traghetto in avvicinamento alla costa). Lungo il percorso attraverso le gole incontrerete dapprima la piccola cappella di
Agios Nikolaos, quindi il villaggio abbandonato di
Samaria, infine le
Siderportes, il passaggio più stretto tra i due versanti della montagna largo appena pochi metri, le quali vi indicheranno che il cammino volge al termine.
Le gole erano in effetti inizialmente abitate da allevatori (se sarete fortunati riuscirete ad avvistare la capra
Kri-Kri, varietà tipica del luogo, che in prossimità del villaggio potrà mostrarsi molto amichevole alla ricerca del vostro cibo) che popolavano il villaggio oggi abbandonato. La popolazione si trasferì dopo che le gole vennero proclamate parco nazionale qualche decennio fa'. Durante la II Guerra Mondiale, invece, la valle diventò terreno di scontro tra i partigiani greci che si nascondevano tra la vegetazione e l'esercito tedesco. Luoghi ricchi di storia insomma, ma soprattutto ricchi di significato naturalistico. Un'esperienza unica che mette alla prova con sé stessi. Un ricordo indelebile di una piccola impresa personale che rimarrà per sempre. Da fare!
Lasciata alle spalle questa magnifica escursione ci apprestiamo a terminare il nostro itinerario su Creta, ma non prima di aver visitato altri luoghi da raccontare. Il primo è costituito dalla Baia di Balos: uno spettacolo, la spiaggia più bella di Creta, molto meglio di Elafonissi! Raggiungerla è però molto difficile: la via di accesso più comoda è la città di Kissamos, dove abbiamo soggiornato presso un ostello immerso in un vasto campo di ulivi. Da qui parte una tortuosa e impervia stradina sterrata che sale alla baia. A velocità bassissima per il terreno sconnesso si raggiunge un parcheggio e si prosegue a piedi. Il sentiero è faticosissimo, lungo alcuni chilometri, completamente sotto un Sole cocente. Armatevi di pazienza e resistenza. Ma il risultato è ammirevole. La baia è bellissima. Il mare fantastico e la spiaggia di sabbia si stendono proprio sotto la collina che si percorre a piedi scendendo per un sentiero ripido. Sulla spiaggia alcuni venditori offrono noleggio di lettini ed ombrelloni. Non esistono stabilimenti di balneazione. Ad una estremità esiste solo una piccola taverna dove sedersi per un pranzo economico ma dignitoso; un'occasione per gustare la classica insalata greca condita con la Feta, il formaggio locale.

In generale comunque la scarsa accessibilità scoraggia molti dal raggiungere la baia, che quindi non appare mai affollatissima. Uno dei luoghi più belli di tutta
Creta, di sicuro! Nota a margine: lungo la strada sterrata che conduce alla spiaggia potrete trovare dei piccoli banchetti che vendono miele fatto in casa. Non perdete l'occasione di comprarne una confezione: è buonissimo e qui in Grecia si usa consumarlo con lo yogurt fresco la mattina a colazione.
Il secondo luogo da non mancare è
Festo, dove si trovano le antiche rovine della seconda città minoica più importante dell'isola dopo
Cnosso, la prima per quanto concerneva il commercio navale. Ad un primo sguardo il sito sembrerebbe più trascurato rispetto a
Cnosso, ma in realtà è semplicemente più originale, senza tanti fronzoli turistici e intatto nella sua natura. Alcuni (e io sono tra questi devo dire) per questo motivo preferiscono questo luogo, molto meno visitato per la verità, a
Cnosso stessa. In generale, riassumerei dicendo che mentre a
Cnosso la storia si può vedere a
Festo la si può respirare. Sono due località storiche importantissime ma profondamente diverse: quindi forse non è nemmeno giusto porle a confronto. Comunque visitatelo! Anche perchè visitandolo avrete poi l'occasione di soffermarvi, per mezza giornata, nella vicina spiaggia di
Matala, la spiaggia hippy più conosciuta del pianeta, resa celebre dal movimento dei Figli dei Fiori negli anni '60 del secolo scorso.

Infatti, lungo un fianco della spiaggia si erge un piccolo ammasso roccioso contenente delle grotte naturali. In queste nicchie, circa 50 anni fa', alcuni ragazzi appartenenti alla corrente hippy vissero per qualche anno di ciò che riuscivano a guadagnare, pescando nel mare vicino e mettendo in pratica la perfetta filosofia del
peace & love. Oggi la spiaggia, piccola e ingombra, conserva ancora, alla lontana, questo spirito, anche se per la verità è diventata più che altro un'affollatissima attrazione per turisti curiosi: ad un osservatore attento però può a tratti apparire ancora come un piccolo angolo anomalo che si discosta dalla storia e dalla tradizione greche assumendo un aspetto più recente e globalizzato.
Da qui il passo per
Heraklion è breve: facciamo ritorno al capoluogo e ci dirigiamo al porto cittadino. Un traghetto ci porta alla nostra prossima destinazione.
A
Santorini, isola maggiore dell'
Arcipelago delle Cicladi, ci attende un'atmosfera più mondana, raffinata, quasi confusionaria, completamente opposta rispetto al clima calmo, disteso, da bellezza acqua e sapone di
Creta. L'isola è veramente piccola ed i centri urbani si contano forse anche sulle dita di una mano. Tuttavia la densità di persone, turisti e viaggiatori che congestionano le stradine ed i vicoli di
Santorini è davvero impressionante, ed ovunque vi dirigerete dovrete sgomitare per riuscire a farvi posto (per lo meno nel periodo estivo). Anche in questo caso consigliamo il noleggio di un'automobile per girare in piena autonomia i luoghi comunque spettacolari di questa perla del
Mar Mediterraneo. Sconsigliamo invece vivamente il noleggio di un quad o di uno scooter come invece scelgono di fare molti visitatori: le strade a volte sono davvero impervie e non di facile tenuta, ed in alcuni luoghi un eventuale percorso in motociclo potrebbe risultare per lo meno rischioso. Noi abbiamo potuto capirlo già subito dopo il nostro sbarco nel porto: la strada che conduce fuori dal molo si snoda in un'intricata e cervellotica stradina ripida ripida a doppio senso lungo il costone di una parete rocciosa. Uomo avvisato...
Abbiamo soggiornato nella splendida
Oia, la cittadina famosa per gli scorci da cartolina sulla
Caldera.

In origine infatti, l'isola di
Santorini era un vulcano situato proprio in mezzo al mare. Nel XVII secolo a.C. una mostruosa ed apocalittica eruzione, le cui proiezioni si dice fossero visibili anche dal continente africano, sbriciolò letteralmente l'isola vulcanica nei frammenti giunti fino ai nostri giorni:
Santorini (il cui nome deriva da Sant'Irene, martire a cui i veneziani dedicarono una basilica sull'isola),
Thirasia,
Aspronissi, ed i due residui del cratere vulcanico,
Palea Kameni e
Nea Kameni. Ciò che rimane della
Caldera del vulcano è un enorme bacino d'acqua in comunicazione con il mare e riempito completamente da esso. E proprio la
Caldera davanti ad
Oia offre oggi il panorama più bello di tutta
Santorini. Ogni sera, al tramonto, una folla inimmaginabile si raccoglie per le strade della città e sulle rovine del
Castello Veneziano di Londsa per ammirare lo spettacolo romantico del Sole che si perde dietro l'orizzonte del mare.

Dalla nostra
cave house, la tradizionale casetta greca con soffitto a volta, abbiamo potuto avere un punto di osservazione privilegiato e più privato dal quale, calata la notte, abbiamo potuto godere anche di un inaspettato spettacolo di fuochi d'artificio a riflettersi sulle pareti della piccola cappella posta sulla microscopica isola
Nisis Agios Nikolaos, dispersa nel mezzo del mare della
Caldera a breve distanza dalla costa, con le sue piccole pareti bianchissime ed arroccata su uno scoglio.
Il giorno successivo al nostro arrivo siamo scesi a dorso di mulo al porto di Armeni (uno dei due porticcioli della città insieme a quello di Amoudi) e a bordo di un veloce brigantino, con un'escursione di gruppo prenotata direttamente attraverso i numerosi tour operator presenti ad Oia, abbiamo potuto visitare Nea Kameni, la porzione più recente del vulcano, dove si trova l'ultimo cratere attivo, il Cratere di San Giorgio, il quale ha eruttato l'ultima volta circa 60 anni fa'.
Se posso darvi un consiglio, preparatevi perchè il caldo è veramente impegnativo su questo sperone di roccia in mezzo al mare: i fumi solforosi che salgono dal terreno quasi ustionano le gambe e appesantiscono in modo terribile il fisico. Quindi tanta acqua e passo molto lento con frequenti soste. Da qui, il nostro brigantino ci trasporta sotto le pendici di
Palea Kameni per un tuffo rinfrescante (si fa per dire) nelle
Hot Springs: un piccolo bacino di acque marine caldissime in virtù dei vapori di solfato di ferro che si liberano dal sottosuolo sul fondale. L'acqua appare di un antipatico color ruggine, risultato del contenuto di ferro dell'acqua stessa, ma la sensazione devo dire essere piacevole. Accanto alle fonti, una chiesetta intitolata a San Nicola (tanto per cambiare) contribuisce alla perfezione del paesaggio. Ultima fermata dell'escursione è infine
Thirasia, la seconda ed unica altra isola popolata dell'
Arcipelago di Santorini: in questo isolotto di pescatori, ci siamo fermati per un
Pita Gyros in attesa di fare ritorno ad
Oia.
Dopo un po' di fatica è il momento di godersi un po' di mare in completo relax. Non sono molte le spiagge degne di nota a
Santorini, soprattutto confrontandole con le meraviglie già viste a
Creta. Le più famose, comunque, sono quelle che costituiscono la triade
Red Beach (o
Spiaggia Rossa),
White Beach (o
Spiaggia Bianca, raggiungibile solo via mare) e
Black Beach (o
Mesa Pigadia): le tre spiagge prendono il nome dalla colorazione particolare delle loro rive.

La
Spiaggia Rossa è caratterizzata dalla presenza di alte scogliere di roccia vermiglia, tanto da assumere quasi un aspetto marziano. La
Spiaggia Bianca si distingue per il colore bianco-grigio della parete rocciosa che si innalza a picco chiudendone lo sfondo: è piccola e forse anche la più pericolosa, tant'è vero che quando ci siamo passati la spiaggia era chiusa al pubblico per il crollo di parte della parete. La
Spiaggia Nera infine si caratterizza per il fitto acciottolato di sassi scurissimi che ricopre tutta la battigia perdendosi nel mare: è la più spaziosa delle tre ed è raggiungibile sia via mare dalla
Red Beach sia via terra in automobile. Noi abbiamo potuto vederle tutte e nessuna ci ha colpito particolarmente, anche se la più carina a mio parere è la
Spiaggia Rossa. Quest'ultima costituisce anche un'occasione per visitare il
Faro di Akrotiri situato a breve distanza. Questo luogo è semplicemente incredibile: il faro si staglia su una scogliera posta a precipizio sul mare ed è possibile sedersi ad osservare il tramonto sulle pendici lisce e piane di roccia proprio sotto il faro. Con un salto di un centinaio di metri sospesi sopra il
Mar Mediterraneo sembra di volare sul dorso delle acque. Una sensazione davvero bellissima.

Un luogo privilegiato dal quale osservare uno spettacolare tramonto. Unico inconveniente a cui fare attenzione: la strada per raggiungere il faro è molto stretta ed alla sua estremità non c'è molto parcheggio per sostare in auto. Quindi occhio! In prossimità
troverete anche le rovine del
Sito Archeologico di Akrotiri. Queste costituiscono uno spunto storiografico molto interessante per una visita davvero curiosa. In tempi antichi, infatti, viveva sull'isola un popolo dalle tecnologie avanzatissime per l'epoca, tanto da prevedere nell'assetto urbano della città che edificò un impianto di fognature efficiente ed una specie di sistema di areazione naturale per le abitazioni. Inoltre questo popolo arcaico disponeva di acquedotti per l'acqua potabile e di utensili inimmaginabili per il tempo. La civiltà che abitò anticamente questi luoghi venne spazzata via dall'eruzione che distrusse il vulcano, ma oggi ne rimangono testimonianze vivide e conservatissime che si avvicinano molto (ma non del tutto) alla nostra
Pompei. Un luogo assolutamente da non perdere, visto anche l'esiguo prezzo del biglietto di ingresso.

Altra spiaggia che abbiamo visitato è quella di
Perivolos: piacevole e rilassante, nemmeno troppo affollata, ma a mio parere nulla di memorabile. Per i divertimenti notturni invece il luogo principale è
Fira, il capoluogo dell'isola. Il centro è piccolo ma ricco di locali, ristoranti e negozi. E' possibile gustare tra le sue vie una buonissima
Moussaka, simile alla nostra
Parmigiana di Melaznane (altra eredità del periodo veneziano), oppure dissetarsi con un fresco
Ouzo, bevanda al gusto di anice ad alta gradazione alcolica qui consumata come aperitivo prima della cena. Insomma un'occasione per passare una serata piacevole circondati dalle persone. Ugualmente affollata ma secondo me più pittoresca e affascinante è la passeggiata nel centro di
Oia, altra esperienza imperdibile per chi si trova, anche per poco tempo, a
Santorini. Già a partire dalle 18:00 circa, infatti, comincia a raccogliersi in città una folla immensa di turisti, con il risultato che anche per noi che risiedevamo temporaneamente in città risultava davvero impegnativo farci strada tra la folla nelle vie. Più tranquilla invece la vicina
Firostefani, passeggiata più corta e appartata da dove osservare un buono scorcio sul mare. Peccato che spesso nel tratto marino sottostante sostino gigantesche navi da crociera che rovinano un po' la vista. Comunque molto gradevole. Per i più facoltosi invece ci sono le vie di
Imerovigli, sobborgo esclusivo proprio sopra
Fira dove è possibile soggiornare in strutture di lusso a cinque stelle. Noi ci siamo andati di sera per curiosità e la zona ci è apparsa un po' spenta, quasi spettrale, buia e silenziosa.

In generale
Santorini fornisce un'impressione che completa, nelle nostre menti, perfettamente il precedente soggiorno a
Creta, sopratutto con paesaggi molto belli e panorami mozzafiato. Non aspettatevi però spiagge caraibiche e mare cristallino. Ad ogni modo certo non si sta male sull'isola e al momento di partire avremmo sicuramente prolungato di qualche giorno la nostra permanenza.

E' quasi ora di tornare a casa. Un traghetto ci conduce ad
Atene da dove partirà il nostro volo per l'Italia. Ne approfittiamo ovviamente per una breve visita della città. Ricordavo
Atene da un precedente viaggio, in gita scolastica, che avevo compiuto circa 10 anni prima. La rammentavo florida, viva, indaffarata, nonostante, c'è da dire, la osservassi con gli occhi di un giovane studente. I recenti problemi economici che hanno travolto la Grecia hanno sicuramente lasciato oggi un segno evidente di decadenza e malinconia sulla capitale. Ed è possibile accorgersi di ciò sia nei numerosissimi negozi chiusi, sia nei tantissimi clochard che si trovano per strada quasi ovunque, sia nel silenzio quasi pesante e surreale che aleggia in molti luoghi. I monumenti però sono ancora intatti e splendidi. A partire dall'
Acropoli, dominata dalla figura imperiosa del
Partenone, il tempio dedicato alla dea Atena. Su
di essa
è possibile ancora camminare letteralmente tra le rovine dell'antica e gloriosa Grecia, quella dei racconti mitici e leggendari di eroi, guerrieri e pensatori. Passeggiando sulla stessa terra calcata da Teseo, Eracle e Perseo, si può così incontrare l'
Eretteo, uno dei templi più antichi dell'
Acropoli proprio di fianco al
Partenone, con le
Cariatidi, figure femminili scolpite e ferme da secoli a sostenerne la volta lungo il fianco destro (quelle esposte sono effettivamente delle copie, mentre gli originali sono custodite nel
Museo dell'Acropoli). Sul lato opposto si trovano il
Teatro Dioniso e l'
Odeo di Erode Attico, due magnificenti teatri greci disposti lungo il lato destro appena sotto il
Partenone. E infine il magnificente
Propilei, l'ingresso alto e maestoso incorniciato da una fila di sei colonne immense aperte su una scalinata di marmo bianco. Lo spettacolo è sotto gli occhi di tutti. Un prezioso frammento antico su una splendida e sacra collina. In lontananza, osservando la linea dell'orizzonte dalla cima dell'
Acropoli, lo sguardo giunge al magnificente
Tempio di Zeus Olimpio, situato poco distante e che in antichità costituiva uno dei santuari più vasti di tutta la Grecia.
Scesi dall'
Acropoli è tempo di riposare un po' le gambe passeggiando tranquillamente per le vie della
Plaka dove negozietti e piccole attività forniscono un ottimo moderno diversivo dal flusso continuo di storia e antichità che caratterizza
Atene. Da non perdere, lungo la strada, una visita all'antica
Agorà, la piazza dove, nella Grecia antica, si svolgeva ogni giorno la vita sociale e politica, centro nevralgico della città e vero ombelico del Mondo ai tempi dello splendore ellenico.

Purtroppo il tempo a nostra disposizione per visitare
Atene è davvero poco. Ma non voglio mancare l'occasione per indicare due luoghi stupendi che vale la pena visitare e che ho avuto modo di vedere durante il mio primo viaggio in Grecia. Il primo è l'
Ethnikò Archaiologikò Mouseio, il
Museo Archeologico Nazionale: vi sembrerà banale, ma qui potrete trovare numerosissimi reperti storici interessanti. E' sicuramente il modo migliore per immergersi fino in fondo nell'antichità greca ed anche il metodo più facile per osservare direttamente dal vivo la tradizione ed il mito ellenico. Molto ricco e variegato, offre uno spunto figurativo della storia che di solito siamo abituati a studiare sui libri di testo. Il secondo posto immancabile invece forse non è molto conosciuto: si tratta di
Capo Sounion, meraviglioso sito posto circa 70km fuori da
Atene, il quale vi offrirà una vista mozzafiato sul mare dalla cima di una scogliera in compagnia di un antico tempio, il quale contribuirà a creare l'atmosfera giusta per gustare uno dei migliori tramonti sul continente greco. Sacrificate un mezzo pomeriggio del vostro soggiorno e spendete un'oretta di automobile per visitare questo che ancora oggi ricordo come uno dei posti più belli che ho avuto modo di vedere nei miei viaggi greci, non ve ne pentirete.