Se si è in cerca di fantasmi e leggende, Edimburgo è il posto giusto. Effettivamente non ho mai visto, nella mia pur breve esperienza, una città come Edimburgo. Non saprei definire con sicurezza l'impressione che mi ha suscitato al primo approccio, ma forse, se dovessi pensarci bene, tenterei di farlo usando la parola stupore. Sì, è una città che stupisce, sorprende. Perchè...? Perchè visitare Edimburgo è come fare visita ad una persona, un individuo in carne ed ossa. Possiede un'identità, ben precisa e definita, nell'aspetto così peculiare del suo paesaggio urbano e nelle sensazioni che sa suscitare. E poi è una città che evoca vicende, che rivela storie, fatti, eventi. E' una specie di narratore, un cantastorie che vive dei propri racconti.
Così, immaginiamo di farci prendere per mano da una Edimburgo antica, ma dal fascino ancora fresco, e di lasciarci accompagnare attraverso i suoi luoghi.

La prima fermata della nostra passeggiata non può che essere
l'
Edinburgh Castle: qui la città racconta la propria storia più solenne, formale, tradizionale, ben visibile tra le pareti degli edifici che si raccolgono tra le alte mura della fortezza. A partire dalla
St. Margaret Chapel, una piccola cappella che costituisce la prima costruzione del nucleo primitivo del castello. Proseguendo con le
Sale della Corona Scozzese, che ancora oggi contengono la
Corona di Scozia, lo
Scettro Reale e l'antica
Spada del Re, oltre alla
Pietra del Destino, un'antica roccia sopra la quale si dice essere stati nominati re tutti i sovrani scozzesi. E poi ancora lo
Scottish National War Memorial, monumento realizzato nel 1927 all'interno degli edifici del castello per celebrare le vittime scozzesi delle guerre, il
Mons Meg (un antico cannone in disuso del peso di 150kg) e le a
ntiche prigioni, dove è possibile ammirare le originali porte in legno delle celle di detenzione riportanti numerosissime incisioni autentiche dei prigionieri, veri scritti autografi tracciati da pirati, banditi e perseguitati politici noti alla storia. Ogni giorno inoltre, alle ore 13:00 spaccate, un cannone spara un colpo a salve dalla cima delle mura esterne della fortezza per avvisare dell'ora esatta i naviganti del
Firth of Forth, l'insenatura creata dall'estuario del fiume
Forth, corso d'acqua
che attraversa la città. Abitudine, questa, che si è trasmessa immodificata nei secoli fino ai giorni nostri.

Da
Castlehill, la collina ospitante il castello,
Edimburgo ci guida verso il cuore pulsante della città: il
Royal Mile. Lungo questo miglio di strada lastricata che va da
Castlehill a
Holyrood, dall'aspetto gotico e fiabesco, si raccolgono tutti i luoghi più significativi della storia scozzese. A cominciare dall'impressionante, per altezza ed imperiosità,
St. John's Church: quella che fino al 1979 è stata un luogo di culto per la Chiesa Protestante Scozzese, oggi costituisce il quartier generale del comitato organizzativo del
Festival Internazionale di Edimburgo (o
Fringe Festival), evento artistico e culturale che si tiene annualmente in città richiamando migliaia di visitatori da tutto il pianeta ed artisti da ogni parte del Mondo. Più in basso, proseguendo sul
Miglio Reale, si apre sulla sinistra
Lady Stair's Close, una piccola piazzetta, nascosta alle folle di turisti, la quale ospita un museo letterario contenente reperti autografi ed oggetti originali appartenuti ai pilastri della letteratura scozzese: R.L. Stevenson, Robert Burns e Walter Scott. Proseguiamo la passeggiata e ci dirigiamo verso
Parliament Square, la piazza del primo Parlamento Scozzese costituito nel XVII secolo; attigua ad essa sta la
St. Giles' Cathedral, la cattedrale della città, alta e gotica, luogo di culto principale di tutta la Chiesa di Scozia.

Passo dopo passo, sorpassiamo un piccolo gruppetto di persone intente ad ammirare due uomini in abiti tradizionali, con tanto di
kilt, impegnati a suonare abilmente due cornamuse, e sulla sinistra ci appare
Mary King's Close: si narra che, in antichità, una violenta epidemia di peste colpì la città. Le vittime furono innumerevoli e la malattia fu tanto incontrollabile da spingere i governanti ad isolare in quarantena forzata i quartieri popolari della città vecchia, i più falcidiati dalla pestilenza. Vennero istituite delle fosse comuni per la sepoltura dei corpi, e, tra tutti,
Mary King's Close fu uno dei luoghi dove i resti delle vittime vennero raccolti con maggiore copiosità. Ancora oggi molti turisti affermano di vedere spettri e fantasmi delle vittime dell'epidemia aggirarsi negli angusti angoli della piazzetta...anche se qualcuno si dice sicuro che le visioni siano dovute più semplicemente alle frequenti fughe di gas che spesso si verificano nella zona. Torniamo sul
Royal Mile ed
Edimburgo ci consiglia di prenderci un attimo di riposo prima di ricominciare il cammino. Insistiamo per proseguire, ormai catturati dal fascino del luogo. Con un lieve sorriso soddisfatto,
Edimburgo ci precede e ricominciamo a muoverci. Giungiamo alla
John Knox House, l'abitazione perfettamente conservata di uno dei più celebri riformatori della Chiesa Protestante Scozzese: lì vicino si può tutt'oggi osservare una fontana vecchia di secoli che serviva anticamente a coprire il fabbisogno idrico di tutta la popolazione del quartiere, con il risultato che veniva concesso il rifornimento alla fonte solo in determinati orari della giornata, spesso di notte, per evitare di esaurire immediatamente gli scarsi rifornimenti di acqua. I cittadini più facoltosi tra il popolo pagavano dei fattorini che facessero la fila al posto loro alla fontana e recapitassero la scorta direttamente al domicilio dei padroni. Oggi non siamo disposti più nemmeno a fare la fila per acquistare i biglietti al cinema...
Sulla sinistra, sopra un largo sperone di roccia, poco più avanti, appare in lontananza la St. Andrew's House, la sede del governo scozzese. Infine, al termine del Royal Mile, dal lato opposto rispetto a Castlehill, sorge Holyroodhouse Palace, la residenza estiva dei reali d'Inghilterra, chiusa dietro alte cancellate di ferro nero, e poco oltre si colloca lo Scottish Parliament, il Palazzo del Parlamento Scozzese, edificio avveniristico dove ogni cittadino scozzese, per regola scritta, ha la possibilità di seguire, in ogni momento e dal vivo, i lavori della politica nazionale. Un monumento alla trasparenza!
Il miglio di strada più denso di storia nel Mondo: abbiamo appena finito di percorrere il Royal Mile dal principio alla fine. Edimburgo si siede stanca ed affannata su un basso muretto al lato della strada, ma noi non siamo ancora soddisfatti. Come bambini esaltati il giorno di Natale, tiriamo la manica della nostra guida e la preghiamo di continuare. Un sospiro, poi un attimo di riflessione. Infine un cenno di assenso. Edimburgo ci riprende per mano e ci guida nelle vie affiancate al Miglio Reale. Arriviamo così in Princess Street, la via commerciale della città con gli attigui Princess Street Gardens, polmone verde della New Town e luogo di riposo ideale per moltissimi scozzesi. Magnifici e perfetti, della perfezione che solo gli anglosassoni sanno interpretare, un'erba verde come quella non l'ho mai potuta vedere in nessun altro luogo.

Su un lato dei giardini si trova la
Scottish National Gallery (senza dipinti degni di particolare nota come quasi tutti i musei britannici), sull'altro lato la stazione ferroviaria di
Waverley e lo
Scott Monument, un monumento gotico e solenne dedicato al genio creatore del romanzo storico "Ivanhoe": un simbolo di tutta la città, nero e consumato dal tempo e dalla fuliggine dell'inquinamento urbano, sempre ammirevole per architettura e dimensioni. Più in là il
Balmiral Hotel: un'altra icona cittadina, rappresenta un edificio che celebra la commistione perfetta tra l'antico aspetto della
Old Town e la modernità della città nuova. Oggi ospita un albergo a cinque stelle lussuoso ma dal perfetto stile antico e tradizionale. Con un cenno della mano
Edimburgo ci indica
St. Andrew Square con il
Melville Monument, monumento intitolato a Henry Dundas primo visconte di
Melville. Quindi ci attende la nostra ultima meta di questo giro narrativo in compagnia di
Edimburgo:
Calton Hill.

Questo è il luogo che in assoluto più mi è piaciuto di tutta la città (che in verità ho trovato complessivamente molto molto bella). Una piccola collinetta dalla quale si può abbracciare tutta la veduta urbana che si stende e si concede docile ai nostri occhi. E' il punto panoramico migliore dalla quale osservare
Edimburgo per intero. Sulla sua sommità un addensato di monumenti in stile neoclassico popola il paesaggio dando ottimi spunti ai fabbricanti di cartoline ricordo: come il celebre
Stewart Monument, memoriale colonnato emblema dell'intera città e forse di tutta la Scozia, oltre al
Nelson Monument, l'
Old Observatory House (il vecchio osservatorio astronomico), ed il
National Monument of Scotland. Quest'ultimo, nei progetti di architetti ambiziosi e forse troppo sicuri di sé, doveva nascere come una copia perfetta del
Partenone, e sarebbe andato successivamente a comporre una specie di
Acropoli ateniese in scala ridotta traslata sotto il plumbeo cielo scozzese: in realtà la mancanza di fondi e la lacunosità del progetto hanno fatto sì che il monumento venisse lasciato incompiuto, ed oggi l'opera risulta comunque una delle attrazioni più visitate di tutta
Edimburgo.
"Ora avete visto davvero tutto", sembra suggerire Edimburgo. Ma sul punto di salutarci lo tratteniamo ancora. Gli offriamo una buona pinta di birra in cambio di una seconda giornata in compagnia. E uno scozzese non rinuncia mai ad una birra offerta. Così, in attesa della giornata successiva, ci ritroviamo a bere tutti insieme, e a termine serata ci concediamo persino un bicchierino di Scotch, il celebre whisky scozzese: credetemi, scalda davvero le budella!
Il giorno seguente il ritrovo è alla stazione di
Weverley. Un treno ci conduce a
Inverness, città posta nel cuore delle
Highlands, delle quali è oltretutto capitale
. Questo è davvero un posto magnifico, piccolo, raccolto, eppure vivo e caldo. Da
Falcon Square, la piazza principale, su per
High Street, in pochi minuti si attraversa la città a piedi arrivando sulle sponde del
River Ness, il fiume che attraversa il centro abitato strisciando sotto le volte di alcuni ponti come l'
Infirmary Bridge (passaggio pedonale sospeso eretto nel 1879) e che, poco più in là, sbocca nell'omonimo e più celebre lago: il
Loch Ness.

Lungo questo percorso si incontra lo
Steeple, una torre dell'orologio che domina lo skyline sorgendo là dove, in origine, sorgeva il primitivo borgo medievale dal quale successivamente si sviluppò la città moderna. A dominare le rive del fiume, infine, l'
Inverness Castle, fortezza dalle mura rosate, si specchia nella
St. Andrew's Cathedral situata lungo la sponda opposta, fornendo uno spettacolo di luci e riflessi dagli infiniti toni rossi all'ora del tramonto. Il tempo di consumare una birra e di fare una partita a freccette al suono di buona musica live in un locale della rumorosa, affollata e festaiola
Church Street, centro locale del divertimento, e siamo pronti per la nostra ultima avventura. Arriviamo a
Bellfield Park, noleggiamo quattro biciclette e, ancora in compagnia di
Edimburgo a farci da guida, ci addentriamo nel
Great Glen, il cuore delle
Highlands.

Attraversiamo circa 40km tra paesaggi mozzafiato, pascoli sconfinati, e cieli azzurrissimi nei quali si rincorrono continuamente nuvole vivaci. Prati verdi ed immensi. Colline dai lineamenti dolci e pieni. Stradine sterrate. Filari di alberi da frutto. Piccole fattorie disperse nel nulla. Il rumore della Natura più pura. Il silenzio che a tratti ti accoglie mentre piano piano ti addentri tra le membra fertili della terra. L'aria fresca della Scozia sul viso. Solo chi lo prova può portarsi dentro questa strana e piena sensazione. Il concetto che più si avvicina a tutto ciò è la libertà. Dopo una lunga strada ecco
Dores: questa città è tappa obbligata per tutti coloro che si avventurano per le
Highlands in questa zona. E' l'unica cittadina nel giro di miglia dove poter trovare ristoro ed un pasto.
Lungo il confine inferiore del centro abitato, la leggenda: il
Loch Ness. La riva di questo lago ci offre la possibilità di un meritato riposo. Anche senza ammetterlo, ognuno di noi prova, a tratti, ad aguzzare la vista nel tentativo di scorgere Nessie, il mitico mostro che da decenni popola le leggende degli appassionati di mistero oltre che, per quanto si tramandi, le acque calme del lago. Ed in effetti, le acque ferme del
Loch Ness, contornate da uno sfondo montuoso ed aspro, sembrano avere per un attimo qualcosa di realmente sinistro...ma forse è solo suggestione. Le forze non ci mancano ancora, proseguiamo dopo un pasto modesto. Arriviamo all'altezza di
Urquhart Castle, ma ci è possibile vedere i resti di questa antica fortezza solo dalla riva opposta del lago,
e anche a sforzarci questa roccaforte in rovina vecchia di secoli la riusciamo ad individuare solo a tratti. Ma non importa, è ora di tornare indietro. E lungo la via del ritorno ci accoglie un'altra tradizione della Scozia: la pioggia. Pedalare sotto l'acqua ci fornisce quel poco di senso di libertà che ancora ci mancava per definirci saturi. Ora siamo soddisfatti. Al nostro ritorno ad
Inverness è il Sole ad accogliere il nostro successo.

Davanti all'ostello salutiamo
Edimburgo e la Scozia prima del tramonto: è tempo che ognuno ritorni a casa. Tra fantasmi, leggende e mostri sommersi, la Scozia ci ha fatto davvero vivere un'avventura fuori dal tempo.