08 ottobre 2007

LONDRA – Seconda Stella a Destra...

Abbiamo viaggiato verso Londra come dei bimbi sperduti verso l'IsolaCheNonC'è. Proprio come appena usciti dalle pagine della favola di James Barrie abbiamo sorvolato i cieli verso una meta tante volte immaginata e intensa nella fantasia di ognuno di noi. Perchè Londra possiede proprio questa peculiarità: affascina ancora prima di averla vista. E' una metropoli moderna, ricca di attività e di opportunità, densa di cultura e di costumi, eretta su una storia leggendaria, solenne, epica, che permea ogni cosa, non viene dimenticata e conferisce identità ad ogni luogo.

Con questo spirito, prima della partenza, ognuno di noi ha espresso un piccolo desiderio pescando tra le tante attrattive e peculiarità che caratterizzano la storia e la cultura di Londra, per cercare di carpirne l'anima e respirarne l'essenza: un viaggio attraverso quelli che per noi costituivano i luoghi ed i simboli della capitale inglese. Tali propositi ci hanno guidato fino allo sbarco nel piccolo aeroporto di Heatrow. Prima tappa dopo il nostro arrivo è stato il Palace of Westminster (conosciuto più pragmaticamente anche come Houses of Parliament) ed il celebre Big Ben: non potevamo non cominciare dal principio più ovvio! Il palazzo sede del Parlamento Inglese ci appare differente rispetto alle tante fotografie che si possono apprezzare sui libri o nel web: con le sue forme ricercate e ordinate, allineate perfettamente con la filosofia e la fisionomia anglosassone, appare discreto, silenzioso, quasi in attenta osservazione della vita che si svolge tutto intorno, assumendo perfettamente il ruolo di istituzione vigilante del diritto e della giurisdizione che gli compete. Compagno inseparabile del palazzo, sorge a poca distanza il campanile più famoso del Mondo, il quale prende nome da Benjamin Hall, supervisore dei lavori di ricostruzione del palazzo avvenuti ormai 200 anni fa'. Ci tratteniamo ancora un attimo per osservare silenziosamente lo scorrere del Tamigi dal parapetto del Westminster Bridge, sull'orizzonte del quale si staglia, caratteristica in molte cartoline, la London Eye, la ruota panoramica sulla riva destra. Soffrendo di vertigini per me è stato impossibile salirci!

Con l'intenzione di passare in rassegna tutte le principali attrazioni della città tiriamo fuori la nostra cartina per esaminare il percorso migliore. Ma subito l'IsolaCheNonC'è ci indica quale sia il modo giusto per scoprirla: una rapida folata di vento improvviso e la cartina finisce dritta nelle acque grige del Tamigi, dando l'opportunità ai passanti di godere lo spettacolo di tre italiani, uno arrampicato sull'altro, sporti in bilico sulle acque, con un lungo ramoscello nella mano del più lontano, nel vano tentativo di recuperare la preziosa mappa. Il fallimento dell'impresa ci spinge a mettere subito in pratica i nostri strampalati propositi. Via con il primo desiderio: Abbey Road, la culla del rock. Arrivati a destinazione a bordo di un double decker, il classico autobus rosso londinese a due piani, ci fermiamo ad ammirare le famose strisce pedonali sulle quali i The Beatles, nel 1969, posarono per la più famosa fotografia mai stampata sulla copertina di un LP, con l'immagine di Paul McCartney scalzo che ancora oggi alimenta ipotesi e leggende metropolitane. Non potete immaginare quante persone si mettano in posa sulle strisce per scattare una foto ricordo, prendendo fedelmente la posa e le caratteristiche dei Fab Four (alcuni addirittura scalzi) e congestionando di fatto il traffico cittadino. A poca distanza, al bordo della strada, lo studio di registrazione diventato leggenda dopo essere stata la base operativa dei The Beatles nel corso di tuta la loro incredibile carriera.

Da qui ci dirigiamo al Museo delle Cere di Madame Tussauds. Un paio di ore di coda valgono sicuramente il ricordo di una fotografia sorridente con Jim Carey, Madonna, Tom Cruise, l'Uomo Ragno, la regina Elisabetta II, Michael Jackson, Hulk, Jack Sparrow, o un neoeletto Barack Obama. Un solo consiglio: non fatevi convincere ad attraversare l'ultimo tratto del museo costituito da una specie di galleria dell'orrore. Io l'ho fatto ma me ne sono pentito uscendone letteralmente di corsa. In una parola: terrificante e molesto! Fuori dal museo, a pochi passi, ci troviamo al centro di Baker Street, la via dove, in un tempo letterario non tanto lontano, sorgeva l'abitazione di Sherlock Holmes. Fumando la pipa o suonando il proprio violino, conduceva qui le proprie indagini l'investigatore più celebre di sempre insieme al suo inseparabile compagno Harry Watson. Oggi rimane solo una statua di Sherlock nella sua posa ricurva, nascosto dentro il suo inconfondibile palandrano, ed immerso in chissà quali pensieri.
Il Sole cala. Torniamo in ostello e per strada abbiamo giusto il tempo di osservare, nelle vie intorno a Paddington, tantissimi pub riempirsi di volti e voci diverse per passare la serata davanti ad una birra sorseggiata in compagnia: un rito quasi religioso che scandisce letteralmente la vita di tutti i londinesi, uomini e, credetemi, anche donne. Non stupitevi se, capitando in città, vi siederete di fianco ad una rubiconda donna inglese che sta sorseggiando una birra da una pinta che è almeno il doppio della vostra.

Il giorno successivo cominciamo con il visitare Trafalgar Square, con l'alta colonna centrale intitolata all'ammiraglio sir Horace Nelson. Torniamo alla normalità turistica e decidiamo di visitare anche la vicina National Gallery che si posiziona proprio sullo sfondo della piazza. Per la verità, anche a non visitarla, non ci saremmo persi granchè! Per il periodo estivo hanno montato in Trafalgar Square delle sdraio da spiaggia ad uso gratuito dei passanti: così, usciti dal museo, decidiamo di prenderci un po' di riposo al tiepido Sole londinese. Quindi ci rimettiamo in movimento alla volta del Tower Bridge. Il ponte, altro simbolo di Londra, devo dire mi ha sorpreso molto. Appare veramente come un luogo dalla particolarità unica, quasi strana. Non avevo mai notato prima, vedendolo in fotografia, che fosse azzurro. Ed in più figurava nella mia immaginazione molto più grande, mentre in realtà appare più stretto e piccolo. Eppure devo ammettere che costituisce uno di quei luoghi dove, quando ti ci trovi, ti danno l'impressione di appartenere, almeno temporaneamente, a quella città e a quell'atmosfera. Scesi dal ponte decidiamo di pranzare sulle sponde del Tamigi con un caldo Hot Dog. Sullo sfondo del paesaggio, da una parte il Gherkin, il cui nome letteralmente significa "cetriolo", edificio così chiamato dai londinesi in virtù della sua forma, sede di numerose imprese ed attività commerciali; sull'altro lato spunta la Tower of London, il Castello di Londra.

Dopo il pasto visitiamo il vicino Globe Theatre, il teatro dove William Shakespeare ha inscenato i suoi principali lavori tanto da formare un rapporto oggi considerato simbiotico tra genio del teatro e teatro stesso. L'edificio che è possibile ammirare oggi è una fedele ricostruzione di quello originale andato perduto nel 1613 a causa di un incendio. Interamente riedificato in legno sul modello originale, una volta al suo interno, conferisce una sensazione di accoglienza e benvenuto, frutto, a mio parere, della peculiare forma circolare degli spalti che letteralmente abbracciano il palcoscenico, con una platea priva di sedute nella quale gli spettatori rimanevano in piedi ed una galleria lussuosa e dalla vista impeccabile. Ancora oggi, nonostante la ricostruzione, è possibile, con un po' di immaginazione, avvertire le voci della poesia che è stata intessuta al suo interno.

E' quindi la volta di una altro gettone per un altro desiderio. Ormeggiata alle sponde del Tamigi, proprio sotto il Tower Bridge, si può trovare una nave militare un tempo operativa, oggi attrattiva espositiva: la HMS Belfast. Al prezzo di poche Sterline (£) si può ammirare un tripudio di metallo e manichini in costume intenti ad animare la vita di mare: dalle cucine al dormitorio, dall'arsenale alla sala dei cannoni, dalla vedetta alle sale di comando. Se dovessi definire questo luogo, userei la parola...enigmatico.
Dopo questa perla di cultura e conoscenza sentiamo il bisogno di immergerci ancora nei simboli della città. Ammirando di passaggio la facciata della bellissima St. Paul Cathedral, bianca e pura, attraversiamo il Millennium Bridge, il primo ponte pedonale sospeso sul Tamigi sorto successivo alla costruzione del Tower Bridge e riqualificato in acciaio nel 2000, arriviamo alla Tate Modern, la galleria d'arte contemporanea di Londra. Qui, anche per la mia ignoranza artistica ed estetica è stato possibile toccare per un attimo con un dito il concetto di arte. Riassumendo questa bella esperienza (ed è raro definire tale una visita in un museo londinese), la definirei come qualcosa che spinga a riflettere e a farsi delle domande. Assolutamente consigliata!

Una rapida doccia nel bagno del nostro ostello, curiosamente tappezzato con la moquette, e usciamo nella serata londinese decisi a goderci un po' di musica nella patria del rock. Ci dirigiamo pertanto a Piccadilly Circus: sostiamo sotto la colonna con l'angelo per riordinare le idee in mezzo al turbinio di persone che passano incessantemente e per abituare gli occhi alle luci accecanti dei cartelloni pubblicitari. Scopriamo che a Londra non è poi così facile trovare un pub tradizionale che suoni buona musica...forse non a Piccadilly Circus. Ci rifugiamo infine in una discreta birreria e ci mettiamo davanti a delle buone birre inglesi. Ma c'è poco tempo per festeggiare: alle 23:00 spaccate un individuo dietro il bancone suona una campanella dorata e capiamo che è il segnale che indica il limite per servire alcolici. Che delusione...Ma l'atmosfera compensa!

Il mattino successivo la sveglia suona presto: abbiamo ancora tanto da fare. Prima tappa...Binario 9 e ¾ di King's Cross: il punto di partenza dell'Espresso per Hogwarts (esiste veramente ve lo assicuro...il binario dico!). Ma dopo gli attentati a Londra nel 2005 non è possibile entrare nella stazione ferroviaria se non con un regolare biglietto del treno. Rinunciamo, ma è facile accorgersi come il luogo trasudi di un senso quasi tragico, con i soffitti anneriti e le persone che silenziosamente si incamminano verso le carrozze da occupare. Per oggi Harry Potter dovrà prendere il suo treno senza averci salutato. Ci incamminiamo quindi verso Camden Town Market, uno dei mercati più grandi, variegati, particolari e visitati di tutta Londra. Un'atmosfera molto underground domina un po' tutti i vicoli qui. Anche io mi avventuro in una trattativa all'ultimo penny con una rivenditrice di T-shirt a tema musicale. Per scoprire infine, tutto soddisfatto e baldanzoso, di aver pagato una comune maglietta circa 35€. Il quartiere comunque vale una visita ed il tempo trascorso tra le sue bancarelle e negozietti è stato davvero piacevole.
Proseguiamo la lista dei desideri assurdi e attraversiamo Notting Hill alla ricerca della bottega in cui Julia Roberts e Hugh Grant si innamorano in una celebre pellicola cinematografica; quindi Portobello Road, deliziosa, dove ci fermiamo a curiosare in un vecchio negozio di libri usati; infine arriviamo, dopo lungo percorso, alla fine del Mondo, il World's End, il negozio di vestiti ed accessori gestito da Vivienne Westwood dove, negli anni '70 del secolo scorso, nacque la leggenda del punk con i Sex Pistols. Sulla facciata un orologio a lancette gigante con 13 ore: tutto è possibile, niente è stabilito, ogni certezza qui crolla.

Ci rimane un solo giorno da spendere a Londra. Lo impieghiamo per tentare di vedere il Cambio della Guardia a Buckingham Palace, il palazzo reale, dove una folla interminabile farcisce la piazza antistante l'edificio e ostruisce la veduta attraverso i cancelli. Il palazzo venne realizzato su un'antecedente più piccola struttura dall'architetto William Winde e trae il proprio nome da John Sheffield, duca di Buckingham e Normanby, primo proprietario dell'edificio, il quale solo nel XVIII secolo lo vendette alla Corona Inglese che ne fece successivamente la propria residenza. Ad ogni modo, è meglio evitare la folla e prendersi un ultimo attimo per ripercorrere nel ricordo tutte le bellezze trovate in questa città. L'occasione perfetta è fornita dal vicino Hyde Park, dove incontriamo ad attenderci Peter Pan nei Kensington Gardens, ambientazione dell'incipit della favola di Barrie, con una statua talmente verosimile che quasi pare di sentirla ridere. Provo a disegnare uno scorcio dei giardini sul mio Moleskine, seduto sulle rive del Serpentine Lake, il lago a serpentina che attraversa il parco. Ma la pioggia ci sorprende ed è ora di ritornare per preparare le valigie. Ma non prima di essere passati davanti al 10 di Downing Street: chissà cosa starà decidendo oltre i cancelli il Primo Ministro? Lasciamo comunque a lui il complesso compito di mandare avanti questa strana e instancabile macchina che è l'Inghilterra.

Qualche ricordo pescato nei giganteschi Magazzini Harrods, un Fish&Chips veloce, e l'aereo ci attende per riportarci a casa. I bimbi sperduti hanno riempito la valigia di tante strane meraviglie!