12 ottobre 2013

STOCCARDA – Cannstatter Volksfest

Una volta ho fatto un sogno. Mi sembrava di trovarmi dentro una favola dei fratelli Grimm. Ero in un luogo coloratissimo, una specie di luogo fiabesco. Tantissime luci di diverse tonalità si alternavano senza ordine nella prima penombra serale. Sembrava anche di avvertire un profumo di frittelle e di caramelle. Camminavo piano su questa strada sterrata ascoltando in sottofondo una musica di carosello, ripetitiva e monotona.

Ed ecco che, tutto intorno a me, vedo tantissime persone venirmi incontro ed oltrepassarmi. Indossano costumi strani: le donne indossano abiti dai colori chiari e vivaci, con una gonna larga e morbida ed un grembiule bianco sopra un corpetto con spalline basse; gli uomini indossano camicie a quadri rosse o blu, con degli strani pantaloni tenuti su da buffe bretelle di cuoio marrone. Sono i tradizionali costumi tedeschi, il dirndl ed il lederhosen. Ogni donna porta una pettinatura con lunghe trecce raccolte, gli uomini invece cappelli scuri con una piuma sulla cima. "Sì", mi ritrovo a pensare, "devo proprio essere capitato dentro la favola di Hansel e Gretel". Poi il sogno sfuma nella realtà quando uno dei miei quattro compagni di viaggio mi sferra una vigorosa pacca sulla spalla invitandomi a non perdere tempo e a dirigermi verso la birreria più vicina.
Mi trovo al Carnevale più famoso di tutta la Germania, una delle feste popolari più celebrate del Mondo. Sono al centro del Cannstatter Volksfest, a Stoccarda. Durante le tre settimane di durata della festa, da fine settembre ad inizio ottobre, individui di ogni tipo frequentano i grandi prati fuori città, i Cannstatter Wasen, vestiti in abiti tradizionali, cantando e festeggiando senza sosta nei numerosi ed enormi tendoni dove immense tavolate e tavernieri instancabili consentono di consumare litri di ottima birra tedesca e carne cucinata alla griglia. Non esiste luogo nel Wasen dove non si cantino a squarciagola canzoni della tradizione folkloristica, dove non si festeggi un po' brilli abbracciati alla persona che siede nel posto vicino anche se, la maggior parte delle volte, si rivela essere un emerito sconosciuto. Una festa vera ed un appuntamento di condivisione e socialità.

L'occasione per onorare questo anniversario dell'allegria e della spensieratezza è la celebrazione tradizionale del raccolto agricolo: si tramanda che nel 1816 un inverno particolarmente rigido ed un maltempo straordinario distrussero l'intero raccolto della stagione. E fu così che Guglielmo I re di Württemberg decise l'anno seguente, dopo un periodo di fame e di miseria, di indire una grande festa popolare per alleviare il morale dei cittadini e degli agricoltori, colpiti dagli stenti per lo scarso raccolto. Nacque così il primo Volkfest. Oggi come ieri gli abitanti di Stoccarda e di tutta la Germania onorano l'occasione con gli stessi costumi e le stese abitudini, tramandando la tradizione di generazione in generazione e aggiungendo giostre, caroselli, bancarelle (soprattutto di dolciumi e Brezel) e grandi tendoni dove si serve birra e vivande ai festeggiamenti popolari originali di 200 anni prima. Per propiziare una nuova stagione più fortunata e propizia della precedente, i primi partecipanti alla festa, nel 1817, costruirono una grande torre di frutta, realizzata con i prodotti della terra ed alta 24m. Ancora oggi, ogni anno, come sacrificio propiziatorio all'agricoltura, i contadini erigono una colonna variopinta, la Fruchtsäule, al centro del Wasen durante la celebrazione del Volkfest. Ecco proprio al centro della piazza, infatti, l'alta torre simbolo del festeggiamento.

Entriamo nel tendone più grande e subito siamo accolti dalle persone che ballano scomposte e cantano senza sosta. Un'atmosfera surreale riempie l'ambiente: sembra effettivamente di essere in un luogo fuori da ogni logica e tempo. Non ci sono etichette. Non esistono formalità. Solo una grandissima voglia di vivere e divertirsi. In una di quelle occasioni straordinarie nelle quali persone completamente diverse si trovano alla stessa mensa senza più barriere o differenze. Libere nel tempo che condividono. Del resto della serata, ad essere sincero, ricordo ben poco. Boccali giganteschi di purissima birra bionda. Un balletto improvvisato da alcuni ballerini su di un piccolo palco. Musica di fisarmonica e mani che applaudono accompagnando il ritmo. Camerieri suscettibili. Il sogno si annebbia ed emergono le immagini di una città vista a passo d'uomo, camminando per le sue strade, nel pomeriggio precedente.

Stoccarda offre qualche bello spunto per un viaggiatore curioso. Innanzitutto la piazza principale, Schlossplatz, con al centro la Jubiläumssäule, la Colonna del Giubileo, intitolata al XXV anniversario di regno di Guglielmo I ricorso nel 1841, alta ben 30m e riportante sulla sommità una statua della dea Concordia del peso di circa 5 tonnellate. Sullo sfondo della piazza sorge il Neues Schloss, il Castello Nuovo, sede odierna del governo federale regionale e versione più moderna (XVI-XVII secolo) e magnificente del più antico Altes Schloss, il Castello Vecchio, rilegato tutto solo ed un po' abbandonato in un angolo della piazza ma ancora oggi sede del Museo Storico del Land Württemberg. Infine, sul lato nord della piazza, l'avveniristico Kunstmuseum, una costruzione cubica interamente in vetro di 27m d'altezza, ospitante il Museo d'Arte Moderna, a sancire una strana commistione tra antico e moderno specchiandosi proprio sull'entrata del Castello Vecchio. Siamo arrivati alla piazza percorrendo la lunga e mondana Konigstrasse, stipata di negozi e di persone, una lunga area pedonale che guida dalla stazione centrale, la Stuttgart Hauptbahnhof, alla piazza principale della città. Arrivati in Schlossplatz ci siamo stesi sull'accogliente prato al centro della piazza per prenderci un po' di riposo. In un angolo poco lontano, in un piccolo gazebo di legno, una banda in costume comincia a suonare una lenta musica strumentale. L'atmosfera è perfetta per godere per un attimo di questo piacevole luogo.

Nel mio sogno percorro lentamente le vie cittadine e attraverso la piazza. Ecco che accanto alla prima se ne apre una seconda, più piccola ma altrettanto bella: è Schillerplatz, e al centro contiene una statua del celebre filosofo che le dona il nome, Friedrich Schiller. In fondo alla piazza sta la Stiftskirche, una vecchia chiesetta luterana completamente ricostruita dopo i bombardamenti alleati durante la II Guerra Mondiale che la rasero praticamente al suolo. Al suo interno è possibile trovare interessanti documenti fotografici che ne testimoniano la ricostruzione. Sul suo sagrato incontro uno strambo personaggio balzanamente vestito, probabilmente alticcio e un po' pazzo, il quale, azionando energicamente e non senza ritmo una leva, fa suonare un largo carillon in una danza a dir poco ammirevole. Viene fermato poco dopo da alcuni poliziotti per aver insultato alcuni passanti.

Ancora nell'incoscienza dell'alcool, mi sembra di salire in alto in volo e planare sulla città: raggiungo così Cannstatt e, prima di entrare nel Wasen, osservo nello stesso quartiere la Mercedes-Benz Arena, lo stadio di Stoccarda, e il Mercedes-Benz Museum. La forma e le linee di quest'ultimo sono davvero interessanti. Peccato non avere avuto il tempo di entrarci: il custode ci ha chiuso letteralmente la porta in faccia prima che riuscissimo a mettere un piede oltre la soglia, evidentemente impaziente di fare ritorno alla propria abitazione. Ed eccomi ritornare all'origine del mio sogno, sperduto e disorientato di fronte ai colori, alle voci, ed alla musica del Volkfest.

Il vortice di sensazioni mi travolge e mi sveglio la mattina seguente nel nostro albergo a Weil der Stadt, piccolo borgo subito fuori dalla città di Stoccarda. La leggenda vuole che questa piccola cittadina venne risparmiata dai bombardamenti alleati durante la II Guerra Mondiale in quanto luogo natale del fisico Johannes Keplero. Forse c'è davvero qualcosa che la guerra non può distruggere. Mi alzo con un gran mal di testa ma contento dei festeggiamenti della sera prima. La fame è poca, ma conosco una cosa che si sposa alla perfezione con la buona birra: macchine di lusso. Saltiamo la colazione e visitiamo il Porsche Museum. Effettivamente Stoccarda, città fondamentalmente industriale e capitale economica del Baden-Württemberg, offre i natali a due delle più grandi case automobilistiche del Mondo. In città infatti tutto parla della Mercedes-Benz: dall'enorme logo posto sopra la Hauptbahnhof, allo stadio intitolato proprio al prestigioso brand automobilistico. Si racconta che il fondatore, Karl Benz, diede alla neonata azienda il nome della figlia prediletta, Mercedes.

Ma personalmente preferisco di gran lunga la seconda casa automobilistica fondata in città: la Porsche. Il Porsche Museum sorge a poca distanza dal centro cittadino, in piena zona industriale. Al suo interno viene raccolta tutta la storia di queste fenomenali automobili, dalla nascita per opera del fondatore Ferdinand Porsche, all'epoca più moderna: una lista incredibile di bellissime auto da corsa, urbane, sportive, moderne o storiche, persino i modelli primordiali e più antichi (tra cui anche una vecchia autopompa marchiata, udite udite, proprio Porsche). Per alcuni modelli è addirittura possibile provare le ebbrezza di sedere nella postazione di comando e gustarne gli interni lussuosi. Esiste anche un piccolo angolo dove è possibile ascoltare i suoni dei vari motori: pura poesia. E sapevate che il famoso Maggiolino della Volkswagen venne ideato su modello pensato proprio dalla Porsche come macchina utilitaria per tutte le tasche?

Poi, prima di abbandonare questo paradiso delle fuoriserie, ecco la macchina dei miei sogni: la Porsche 911 Turbo Cabriolet. Uno spettacolo! Peccato non poter tornare a casa pilotando questo gioiello automobilistico, ma un treno ci aspetta in stazione...sarebbe sgarbato mancare all'appuntamento, no?